Il musical “Alexander Hamilton” ha portato la rivoluzione americana a Catania e conquistato a suon di beat rap il pubblico dell’Ambasciatori.


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Alexander Hamilton: la rivoluzione in chiave hip hop strega Catania

Una ventata di hip hop ambientata nel post Rivoluzione americana ha travolto la città di Catania: il musical “Alexander Hamilton”, in scena con quattro date al Teatro Ambasciatori, ha raccolto un gran successo di pubblico grazie alla capacità di unire il passato al presente, la storia alla musica, la cultura allo spettacolo.

“Alexander Hamilton” è il racconto di uno dei personaggi fondamentali per la nascita degli Stati Uniti D’America, uno dei suoi padri fondatori. Prima, sostenitore della Rivoluzione Americana e braccio destro di George Washington, poi, sostenitore del federalismo e primo ministro del Tesoro, oggi stampato sulla banconota da 10 dollari.

Il musical porta in scena la sua vita, i suoi successi e i suoi dissidi politici rievocati per mezzo del genere musicale nato proprio sul suolo statunitense negli anni ‘80 del ‘900, “solo” 200 anni dopo la narrazione dei fatti, parliamo dell’hip hop. Il classico beat rap è alla base dello show dall’inizio alla fine: ad accogliere il pubblico in sala infatti c’è il dj set a tema di Jebel e poi l’arte della rima ritmata è il filo conduttore che lega la parte recitata a quella messa in musica.





Alexander Hamilton: com’è il musical?

“Alexander Hamilton” è un musical in costume che parla della rivoluzione americana a cavallo della fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, ma le sue sonorità sono estremamente contemporanee e non è un caso se a un certo punto degli attori sono lì con un microfono anni 2000 in rap battle mode mentre stanno in realtà interpretando una riunione di gabinetto.

Una storia avvincente fatta di successi e insuccessi, vittorie e sconfitte, amori e tradimenti, apice e caduta dell’uomo che dal nulla ha piantato le basi per la creazione degli Stati Uniti d’America: questo è ciò che egli stesso e le persone che lo hanno vissuto hanno raccontato al pubblico spettatore. Quanto in là può spingersi un uomo che non conosce limiti?



Un musical fenomenale che ha lanciato dei messaggi importantissimi prima ancora che nel suo testo nelle sue ambizioni di produzione con la possibilità di fare interpretare a chiunque qualunque personaggio senza differenze né di colore né di genere: ed è così che Luana Cannavò interpreta Thomas Jefferson, Paola d’Arrigo rappresenta Re Giorgio III e Carolina Pulvirenti incarna il Marchese di Lafayette.

Un cast eccezionale e giovanissimo, dai cantanti ai ballerini, che trova nelle performance di Andrea Puglisi (Hamilton), Mario Libertini (Aaron Burr), Serena Pagano (Angelica Schuyler) e Claudia Calanna (Eliza Schuyler) lo “shot” che fa deflagrare l’Ambasciatori.





L’Associazione Ouroboros ha portato a Catania una versione con testo narrato in italiano (in assoluto la prima traduzione del musical in lingua italiana), restando fedele al beat e alla metrica originale; le canzoni invece rimangono in inglese e cantate egregiamente dalle splendide voci della compagnia nostrana.

Attraverso la storia del fondatore degli Stati Uniti si è entrati in un’affascinante esplorazione di politica, amore, ambizione e rivalità con l’hip hop come leitmotiv – capace di catturare anche l’attenzione dei più piccoli come testimoniato dal successo dei matinée – e vissuto un’esperienza teatrale di livello che ha permesso di far respirare, a molti e per molti tratti, la magia di Broadway.



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Edward Margarone

Edward Agrippino Margarone nasce nell'estate di Italia '90. Cresce a Mineo dove due grandi passioni cominciano a stregarlo: lo sport e la musica. Giornalista e laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, ha coordinato diverse redazioni prima di fondare SiciliaLive. In pianta stabile a Catania, il suo nome è sinonimo di concerto: se andate a un live, con ogni probabilità, lo trovate lì da qualche parte.

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