La boyband dei Blue – Antony Costa, Duncan James, Lee Ryan e Simon Webbe – ha incendiato Catania in occasione del Wave Summer Music 2024.


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Tornano gli anni 2000 coi Blue live in Sicilia: Catania è “One Love”

“A chi mi dice, Che tornerai, Non credo oramai…” era quello che qualche mese fa tristemente cantava un fan dei Blue all’annuncio dell’annullamento dello spettacolo con Lee Ryan e Simon Webbe all’Ice Club di Catania. I due, però, sono tornati e l’hanno fatto alla grande, con la boyband al completo, regalando un live dal respiro internazionale al capoluogo etneo.

I Blue si sono esibiti in Sicilia, molti anni dopo il loro ultimo concerto nell’Isola, nell’appuntamento del Wave Summer Music, il Festival itinerante promosso da Giuseppe Rapisarda Management ed inserito nel Catania Summer Fest del Comune di Catania.

I Blue, ossia Antony Costa, Duncan James, Lee Ryan e Simon Webbe, sono una delle band britanniche di maggior successo degli ultimi due decenni. Formatisi a Londra nel 2000, i quattro hanno venduto 15 milioni di dischi, posizionato numerosi singoli al primo posto della classifica UK, collaborato con alcune delle più grandi star del mondo tra cui Elton John e Stevie Wonder, e vinto numerosi premi tra cui due prestigiosi BRIT Awards per Best British Breakthrough Act e Best British Pop Act.



Il concerto dei Blue a Catania

Catania è calda, anzi caldissima, non solo per le temperature proibitive quanto per i quattro ché permettono a tutti i presenti un salto indietro di 20 anni in quella che si presenta come una vera e propria operazione nostalgia (riuscita aggiungeremmo).

On stage solo quattro aste con microfoni e quattro sgabelli per i brani più lenti: non c’è bisogno di strumenti e band di supporto, bastano le loro quattro voci e i movimenti in sincrono che fanno letteralmente impazzire i fan. Mentre i balletti possono strappare qualche sorriso per quelli che vent’anni fa erano dei ragazzini che conquistavano le classifiche internazionali e che oggi sono più che quarantenni, gli acuti di Lee, le tonalità di Duncan e Antony e il rap di Simon indirizzano lo spettacolo sui binari che tutti volevano.



I Blue cantano praticamente tutte le hit: da All Rise a U Make Me Wanna, dall’accoppiata Guilty e Long Time a If You Come Back, oltre ovviamente alla ballad A chi mi dice nata nel 2004 da Breathe Easy che, sulla scia dell’enorme successo riscosso dalla band in Italia, fu tradotta da Tiziano Ferro e ricantata in un italiano stentato che non le impedì comunque di diventare un tormentone.

In scaletta, però, c’è anche spazio per un nuovo pezzo, My City, scritto da Lee Ryan che racconta: “Ho scritto questo brano su Londra che è la città in cui ho vissuto sin da bambino e che ho poi deciso di lasciare quattro anni fa per trasferirmi fuori dal Regno Unito. Sono arrivato a Londra all’inizio di quest’anno per incontrare i ragazzi in studio e sono stato inondato da emozioni che mi hanno ispirato a scrivere questa canzone. Il brano racconta le nostre avventure di un tempo. L’ho suonata ai ragazzi e loro l’hanno adorata, poi Simon ha aggiunto il suo stile e il suo sapore unico per dare al pezzo quel classico suono alla Blue”.  My City è una canzone che apre la strada a nuovi brani, con la promessa della boyband – sul palco di Catania – di produrli presto e di tornare in tour nei palazzetti il prossimo inverno.



La chiusura, infine, non può che essere One Love, anticipata da alcuni versi dell’omonimo successo del mai dimenticato Bob Marley, cantata all’unisono dalla Villa Bellini che per una sera è tornata ai primi anni 2000 quando i social ancora non esistevano, bastava poco per essere felici, la vita non era così caotica ed era ancora capace di produrre ricordi tangibili.

Ecco, al di là di frasi fatte e luoghi comuni, il live dei Blue a Catania ha avuto il potere di farci viaggiare nel tempo e soprattutto si è già trasformato in un bellissimo ricordo per tutti noi millennial: se a questo aggiungiamo che mentre tornavamo alla macchina per rientrare a casa non potevamo far altro che tirare le somme sui vent’anni appena vissuti, rigorosamente col sorriso sulle labbra e i loro ritornelli in testa, allora non resta che ringraziare Antony, Duncan, Lee e Simon… per ieri e soprattutto per oggi.



 

Edward Margarone

Edward Agrippino Margarone nasce nell'estate di Italia '90. Cresce a Mineo dove due grandi passioni cominciano a stregarlo: lo sport e la musica. Giornalista e laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, ha coordinato diverse redazioni prima di fondare SiciliaLive. Based in Catania, il suo nome è sinonimo di concerto: se andate a un live, con ogni probabilità, lo trovate lì da qualche parte.

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