Il concerto di Andrea Bocelli, accompagnato dall’orchestra e dal coro del Teatro Massimo Bellini di Catania, ha celebrato i sette siti Unesco della Sicilia.
Bocelli incanta Noto: la notte perfetta per i siti Unesco in Sicilia
“La bellezza è più forte della paura”. Può essere riassunto così, nelle parole del sindaco Corrado Bonfanti, lo straordinario spettacolo andato in scena sabato sera a Noto, nonostante la crisi pandemica in atto. Uno spot mondiale dell’arte nell’arte che ha messo in luce i beni di eccellente valore mondiale della Sicilia. Un evento unico nel suo genere e reso irripetibile dal binomio Bocelli-Mitoraj, protagonisti con la loro arte delle atmosfere della più bella tradizione classica.
Noto è stata il palcoscenico di un incredibile evento culturale e mediatico unico, con il grandioso concerto di Andrea Bocelli che è diventato, di fatto, il testimonial dei sette siti siciliani patrimonio dell’Unesco. Oltre che della città netina, capofila del sito Unesco “Città Tardo Barocche del Val di Noto”, lo show ha rappresentato e narrato gli altri luoghi “Patrimonio dell’Umanità” dell’Isola: Valle dei Templi di Agrigento; Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica; la Villa romana del Casale di Piazza Armerina; le Isole Eolie; l’Etna e Palermo arabo-normanna con le cattedrali di Cefalù e Monreale.
Il concerto di Bocelli
Nel concerto sull’imponente scalinata della Cattedrale, Andrea Bocelli è stato accompagnato dall’orchestra e dal coro del Teatro Massimo Bellini di Catania, con la regia di Alberto Bartalini, la presenza dei Portatori dei Cilii di San Corrado e con i costumi della Cavalleria Rusticana del Teatro Massimo di Palermo. A fare da cornice, le sei opere dello scultore Igor Mitoraj, arrivate a Noto grazie alla collaborazione con Galleria d’Arte Contini e Atelier Mitoraj e che resteranno nella città netina fino al prossimo febbraio 2021.
Il concerto lirico ha intrecciato fede e terra siciliana e si è aperto con l’intermezzo di “Cavalleria Rusticana” di Mascagni, seguito da E vui durmiti ancora di Formisano e Meco all’altar di Venere di Bellini.
Un concerto ispirato alle più grandi opere di Mascagni, Bellini e Puccini, ma che ha visto anche l’apporto di brani dello stesso Bocelli tra cui un’inedita Ave Maria nel quale il tenore ha suonato il flauto traverso. Un brano, come spiega lo stesso artista, “nato a maggio, il mese mariano, quando stavamo a casa. Un periodo in cui mi sono messo al piano come non succedeva da tempo e nel quale ho composto questa canzone sulla preghiera più famosa al mondo”.
In scaletta, dunque, alcuni brani inediti che saranno contenuti nel nuovo album di Andrea Bocelli, “Believe” in uscita il prossimo 13 novembre, oltre che grandi classici come Padre Nostro e Fratello Sole Sorella Luna intermezzati da alcune grandiosi performace del soprano Maria Aleida.
Maestoso finale con Nessun Dorma della “Turandot” di Giacomo Puccini in un trionfo di coriandoli dorati che in quello scenario dalle atmosfere oniriche già descritto, tra le sinuose architetture barocche, ha lasciato tutti i presenti senza fiato.
Le parole di Musumeci a Noto
“Tra gioia e tormento stasera lanciamo un messaggio: il governo della Regione ha voluto fortemente una serata che, simbolicamente, vuole lanciare speranza”. Ha esordito così il presidente della Regione, intervenuto poco prima del live. “Abbiamo voluto fortemente un grande artista, in una grande città d’arte per lanciare un grande messaggio.
La gioia, quindi, per la celebrazione delle sette città siciliane patrimonio dell’Unesco. Il tormento, invece, causato dal Covid, ma noi non siamo un popolo aduso alla rassegnazione e tramite anche l’arte, tramite la musica e il canto vogliamo andare avanti”.
Edward Agrippino Margarone nasce nell’estate di Italia ’90. Cresce a Mineo dove due grandi passioni cominciano a stregarlo: lo sport e la musica. Giornalista e laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, ha coordinato diverse redazioni prima di fondare SiciliaLive. Based in Catania, il suo nome è sinonimo di concerto: se andate a un live, con ogni probabilità, lo trovate lì da qualche parte.
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