Andiamo alla scoperta del Belvedere di Vienna che, complessivamente, è costituito dalla struttura Superiore, quella Inferiore e dal Belvedere 21. Se siete amanti di Klimt non potete non visitare l’Upper Belvedere.
Belvedere di Vienna: il castello barocco “casa” di Klimt e non solo
Progettato da Johann Lucas von Hildebrandt, il Belvedere Superiore di Vienna è stato costruito tra il 1717 e il 1723. Ai tempi del principe Eugenio veniva utilizzato principalmente per le funzioni statali mentre divenne durante il regno dell’imperatrice Maria Teresa e di Giuseppe II uno dei primi musei del mondo essendo la sede espositiva delle collezioni imperiali.
Oltre alla storica Sala dei Marmi – dove è stato firmato nel 1955 il Trattato di Stato austriaco che di fatto segna l’inizio della Repubblica d’Austria – troviamo la Cappella del Palazzo Barocco, l’imponente Grande Scala e la magnifica Sala Terrena (tutti punti forte della struttura, architettonicamente parlando).
I punti cardine del Belvedere inteso come museo sono la più grande collezione al mondo di dipinti di Gustav Klimt – tra cui le famose icone dorate dell’Art Nouveau, “Il bacio” e “Giuditta” – e la collezione di capolavori dell’arte secessionista tra cui figurano le opere di Egon Schiele, Oskar Kokoschka e altri artisti internazionali.
Inoltre, il Belvedere possiede la collezione più importante di opere del Biedermeier viennese – con numerosi dipinti di Ferdinand Georg Waldmüller tra gli altri – una vasta collezione barocca, notevoli opere d’arte medievali oltre che significative opere del XIX e XX secolo.
Gustav Klimt e il Belvedere di Vienna
Gustav Klimt (1862–1918) e il Belvedere condividono un forte legame. Fu su iniziativa di Klimt e di altri artisti che nel 1903 venne fondata la Moderne Galerie, l’istituzione che si è evoluta nell’odierno Belvedere. L’obiettivo era quello di creare un luogo per la presentazione dell’arte contemporanea austriaca in un contesto internazionale. Ancora oggi le attività scientifiche ed espositive del Belvedere si basano su questa premessa.
La più grande collezione di dipinti di Klimt
Possedendo complessivamente ventiquattro opere, il Belvedere custodisce la più grande collezione al mondo di dipinti ad olio di Gustav Klimt, inclusi i due capolavori del suo periodo d’oro, Il bacio (Amanti) e Giuditta. Ma non solo, troviamo anche ritratti importanti (Sonja Knips, Fritza Riedler e Johanna Staude, ecc.), paesaggi e raffigurazioni allegoriche.
La collezione del Belvedere comprende anche un quaderno di schizzi e il monumentale fregio di Beethoven alla Secessione di Vienna. In questa collezione dei suoi capolavori, si può tracciare il percorso completo di Klimt: dalle sue prime esplorazioni allo storicismo, passando per il secessionismo e infine il suo ultimo lavoro che rivela l’influenza di Fauve e della generazione di artisti austriaci più giovani, tra cui Egon Schiele.
Il clou indiscusso della collezione è il capolavoro di Klimt, famoso in tutto il mondo, “Il bacio (Amanti)”. L’opera mostra la rappresentazione allegorica di una coppia di amanti in un abbraccio intrecciato. Su un tela di quasi quattro metri quadrati, lo stile personale di Klimt prende vita con impressionante chiarezza. Nell’opera – che incorpora i principi di progettazione non solo dell’arte giapponese, ma anche dei mosaici bizantini e dei dipinti su tavola medievali – lo spettatore rileva, inoltre, le basi delle celebri opere di Auguste Rodin, George Minne e Edvard Munch.
I preziosi ornamenti e l’uso della placcatura in argento e oro creano l’impressione che la coppia si sia liberata della vita terrena. Il bacio rappresenta sia l’apice che il punto finale di un fase artistica nell’opera di Klimt, in cui ha reso naturalisticamente e delicatamente sezioni di pelle dipinte con una concezione ornamentale bidimensionale delle altre parti. Il ruolo dell’ornamento in questo caso è quello di veicolare il messaggio simbolico del immagini.
Un’altra icona dell’Art Nouveau e tra i più importanti esempi del “periodo d’oro” di Klimt è il ritratto di “Giuditta”. Eroina e salvatrice del suo popolo, è ritratta come una sensuale e femme fatale seducente e provocante. Purtroppo non ci è stato possibile ammirare l’opera in quanto, per via di una collaborazione con il Van Gogh Museum di Amsterdam, ques’ultima si trova attualmente in Olanda.
L’evoluzione stilistica dei ritratti di donne di Klimt, commissionati dai ricchi viennesi borghesi, è chiaramente rintracciabile dal primo ritratto di Sonja Knips (1898), da quello di Fritza Riedler (1906), e dal ritratto incompiuto di Johanna Staude (1917/18). Durante i mesi estivi, l’artista si ritirava frequentemente all’Attersee, dove produsse la maggior parte dei suoi dipinti di paesaggi, come Poppy Field (1907), The Sunflower (1907) e Avenue in Front of Kammer Castle (1912).
Il 6 febbraio 1918 Gustav Klimt morì all’età di 56 anni a causa di un ictus. Ha lasciato numerosi dipinti incompiuti tra cui Amalie Zuckerkandl (1917) e Adam and Eve (1917), entrambi presenti nella collezione del Belvedere.
Il Belvedere 21
Il Belvedere 21 – Museo d’Arte Contemporanea è luogo di produzione artistica, accoglienza e riflessione. L’edificio è un’opera chiave della modernità del dopoguerra austriaco e funge oggi da spazio per il dialogo e la sperimentazione.
L’arte austriaca del XX e XXI secolo e la sua integrazione nel contesto internazionale è al centro delle attività espositive del museo. Come sito della Österreichische Galerie Belvedere, il Belvedere 21 ospita mostre temporanee personali e di gruppo mostre a fianco delle opere della collezione d’arte contemporanea del Belvedere. Un programma educativo completo, proiezioni di film, conferenze, spettacoli e discorsi di artisti col fine di incoraggiare il dialogo con il pubblico.
Il Belvedere Inferiore di Vienna
La costruzione del Lower Belvedere avvenne tra il 1712 e il 1716, sempre con Lucas von Hildebrandt come architetto. Mentre il Belvedere Superiore serviva principalmente per fini demaniali, il Belvedere Inferiore fungeva da palazzo residenziale. Parti delle collezioni del principe furono ospitate anche qui.
Photo credits: Lukas Schaller
Edward Agrippino Margarone nasce nell’estate di Italia ’90. Cresce a Mineo dove due grandi passioni cominciano a stregarlo: lo sport e la musica. Giornalista e laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, ha coordinato diverse redazioni prima di fondare SiciliaLive. Based in Catania, il suo nome è sinonimo di concerto: se andate a un live, con ogni probabilità, lo trovate lì da qualche parte.